Per il secondo anno consecutivo Antonio Conte vince la Panchina d’Oro, il riconoscimento FIGC ormai ventennale che premia il miglior allenatore del campionato italiano (in base ai voti dei colleghi di tutte e quattro le serie professionistiche del nostro calcio); il tecnico della Juve batte per 27 a 23 voti il secondo classificato, ossia il trainer della Fiorentina Vincenzo Montella, terzo invece Walter Mazzarri per il lavoro fatto al Napoli. Alla presenza di tutti gli allenatori dalla Serie A alla Seconda Divisione, del presidente dell’AIC Damiano Tommasi, del numero uno dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri più i vari Abete (FIGC), Abodi (Serie B) e Macalli (Lega Pro), sono stati premiati anche i vincitori della Panchina d’Argento, che dal 2006 va al miglior allenatore di Serie B, oltre che i migliori in Lega Pro, sia Prima Divisione che Seconda.
Ebbene, la Panchina d’Argento di Serie B un anno fa andò a Zdenek Zeman per la promozione col Pescara, quest’anno se l’è aggiudicata Eusebio Di Francesco per quanto di buono fatto a Sassuolo (dove sta per reinsediarsi dopo l’esonero di Malesani), avanti ai colleghi Mandorlini (Verona) e Nicola (Livorno); Panchina d’Oro di Prima Divisione a Roberto Boscaglia (già vincitore due anni fa in Seconda) per quanto di buono sta facendo e ha fatto a Trapani (ha battuto Rastelli dell’Avellino e Vecchi del SudTirol, ora a Carpi), Panchina d’Argento di Seconda Divisione, infine, a Paolo Indiani, decano del calcio toscano artefice del miracolo Pontedera (ha battuto Firicano, Pro Patria, e Perrone, Salernitana) con cui sta continuando a fare grandi cose anche quest’anno in terza serie. Dopo ogni proclamazione i commenti a caldo dei vincitori, questo quanto detto da Conte direttamente da Coverciano:
“Prendo in prestito una battuta del presidente federale Abete: è più facile vincere che farsi votare… Sono molto contento di aver ricevuto questo premio da parte dei miei colleghi, anche perché segue quello che ho ricevuto poco tempo fa dall’AIC, ossia dai calciatori: questo significa che il movimento calcistico capisce e apprezza il nostro straordinario lavoro, quello che c’è dietro ai nostri successi. Perché dietro alle vittorie ci sono tanta fatica, lavoro e tempo dedicato al calcio e sottratto alla famiglia. Per questo voglio dedicare il premio alla famiglia, perché mi sopporta e mi supporta, poi ai miei calciatori, collaboratori e società”.
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